Il sogno dell'italiano

Contenuti aggiuntivi

Questa è la bibliografia del nostro fumetto Il sogno dell’italiano – una discesa nella questione della lingua (per chi non lo avesse già, è acquistabile nella nostra Bottega) in cui riportiamo le fonti usate nei testi, e i riferimenti per approfondire il tema.

Scritta da Giorgio Moretti, che ha sceneggiato il fumetto.


Di rado le bibliografie sono letture piacevoli, e di rado riescono a comunicare qualcosa di significativo a persone che non siano strettamente studiose dei temi trattati. Hanno tendenzialmente una funzione specialistica. Per interesse e piacere nostro e vostro, qui vedremo se si può fare qualcosa di diverso.

Abbiamo diviso questa bibliografia in due parti: una generale sul tema, che possa dare indicazioni su alcuni testi che vertono sulla questione della lingua e che possono essere utili per approfondimenti ad ampio raggio, e una analitica che segua tutte le citazioni (dichiarate o no) presenti nel libro.

Generale #1: la questione della lingua

Per orientarci è essenziale fare questo rilievo: la questione della lingua è parte della storia della lingua italiana. In un certo qual modo non solo vi si intreccia, ma la compendia; e però non la può esaurire. È un tema trattato sia in via principale da alcune pubblicazioni dedicate, sia in maniera rapsodica da opere più ampie.

La prima pietra da cui si prendono le mosse su questo campo è il libro La questione della lingua di Maurizio Vitale (editore Palumbo), la cui ultima edizione è del ’78. È relativamente ponderoso, ma di scrittura piacevole, e dà un contributo visibile a fissare quelle che restano come vere e proprie ‘stazioni’ della questione.

Ben più recente (del 2013) è Da Dante alle lingue del web. Otto secoli di dibattito sull’italiano, di Claudio Marazzini (studioso accanito della questione e peraltro attuale presidente dell’Accademia della Crusca), pubblicato da Carocci. È un libro circostanziato ma accessibile, che è forse l’attuale punto di riferimento sul tema specifico, da cui si può riprendere agevolmente ogni altro filo d’approfondimento. Per la gente amante dell’agilità estrema, Marazzini ha anche pubblicato, sempre con Carocci, una Breve storia della questione della lingua, utile per iniziare a inquadrare alcuni temi e personaggi cardinali.

E vi voglio segnalare anche un altro libro, La questione della lingua. Antologia di testi da Dante a oggi, scritto da Raffaella Scarpa ed edito, anche questo, da Carocci: la struttura antologica si presta eccezionalmente bene a percorrere la questione (questo stesso fumetto è un po’ antologico), e la selezione dei testi è estremamente interessante.

Generale #2: le storie della lingua

Anche le trattazioni rapsodiche che si trovano in alcune storie della lingua sono estremamente fertili. Fra le tante possibilità ci siamo basati in particolare su tre pubblicazioni di questo genere, e le presentiamo dalla più svelta alla più completa.

In primis la Breve storia della lingua italiana, scritta da Marazzini (che anche qui ha un occhio particolarmente attento sulle sfumature della questione), edita da il Mulino.

In secundis il grandissimo classico Storia della lingua italiana di Bruno Migliorini, edita da Bompiani: è ancora maneggevole nonostante la mole, ed è la mia preferita per ragioni di affetto di studio.

Infine la formidabile, definitiva Storia della lingua italiana in tre volumi curata da Pietro Trifone e Luca Serianni per Einaudi, che raccoglie il gotha dell’accademia italiana per non lasciare punti oscuri sulla storia della lingua, compresa la nostra questione. In particolare, sul tema, possiamo indicare nel primo volume (I luoghi della codificazione) il capitolo “La speculazione linguistica nella tradizione italiana”, che ha il lungo contributo “Le teorie”, scritto da… Marazzini, ça va sans dire; nel secondo volume (Scritto e parlato) il capitolo “La formazione dell'italiano moderno”, col contributo "Dal toscano all'italiano letterario” di Paola Manni.

Unica nota stonata, questa edizione Einaudi non è alla portata di tutte le tasche né si trova in tutte le biblioteche.

Analitica: percorrendo “Il sogno dell’italiano”

Abbiamo qualche decina di riferimenti da fare, qui.

Chi avesse la curiosità di dare una scorsa alle Prose della volgar lingua di Pietro Bembo, ce le ha a portata di clic. Il testo riportato nel fumetto si basa su battute estratte dalle presentazioni e dai dialoghi del primo e del secondo libro (il terzo ha temi un po’ meno scottanti, anche se le analisi grammaticali che vi sono condotte hanno lasciato il segno).

Invece qui si trova il testo della quarta novella della sesta giornata del Decameron, conosciuta come Chichibio e la gru. È un testo notissimo, e che vale sempre rileggere perché è semplicemente squisito.

Il Castellano di Trissino? Lettura di grande piacevolezza, anche questo si trova online in versioni gratuite e integrali — anzi, perfino corredate dall’epistola al papa sulle nuove lettere da aggiungere all’italiano. Questa qui è la bella edizione che ho usato.

A pagina 48 il cardinal Bembo dice giusto una battuta, che però è una citazione dalla sua opera “Gli Asolani”, un trattato — ci credi? — sull’amore, sempre in forma di dialogo filosofico; se c’è chi ha fame di citazioni bembiane (bemboquotes per i più international), questa pagina è gustosa.

Al cavalier Salviati abbiamo rimesso in bocca alcuni passi del suo Degli Avvertimenti della lingua sopra ’l Decamerone; è una lettura che non mi sento di caldeggiare perché richiederebbe un impegno irragionevole rispetto a un interesse generico: si tratta del grande, interessantissimo apparato teorico su cui si regge la ‘rassettatura’ del Decameron compiuta da Salviati (si legga, ‘revisione censurata al vento caldo della Controriforma’). Però qui le si può dare un’occhiata, e chi avesse comunque la curiosità di vederci qualcosa di più, si trova liberamente online questo splendido articolo di Marco Gargiulo sul tema.

La prefazione della prima impressione del Vocabolario degli accademici della Crusca si può leggere agevolmente qui in versione integrale. Sono molto interessanti, e centro dell’esposizione, i criteri che hanno guidato la compilazione dell’opera — anche se non erano ciò che ci interessava mettere in luce nel fumetto.

A pagina 60 ho fatto intervenire anche Vincenzo Gravina. Appartiene a un periodo in cui la questione della lingua non è in auge, e il suo contributo non è certo centrale. Ma quelle sue due battute sono tratte dal suo libro Della ragion poetica, che si può trovare gratis online; un libro certo ponderoso e complesso, ma che è scritto con uno stile e con una finezza di pensiero di squisitezza struggente. La sua bellezza fa riflettere su dove andiamo a finire — là, insieme alle nevi degli anni passati.

Le parole che Trissino rivolge a Gravina invece sono inventate a fini drammatici, ma credo le avrebbe approvate.

Il testo della Rinunzia avanti notaio al Vocabolario della Crusca di Alessandro Verri lo abbiamo riportato quasi integralmente nel fumetto — ma anche questo è facile da trovare, ad esempio qui.

Arriviamo quindi al terzetto Cesari-Monti-Niccolini.
Di Cesari abbiamo citato la Dissertazione sopra lo stato presente della lingua italiana, che si può sbirciare qui. Di Monti abbiamo citato la Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca, che invece si può trovare qui. Di Niccolini abbiamo invece citato un discorso del 1818 (Qual parte aver possa il popolo nella formazione d’una lingua), riportato nelle sue opere in prosa, pronunciato davanti all’Accademia della Crusca (qui le opere, la citazione passim del discorso che figura nel fumetto parte da pagina 215).

Anche queste sono opere complesse perché, come ho cercato di rendere, sono fortemente intrecciate nel tessuto del dibattito del tempo — e non è facile cavar qualcosa di molto significativo dai testi isolati. Indico questo articolo di Gianluca Colella che invece riesce a mettere a sistema in maniera chiara e sintetica queste diverse tensioni ottocentesche.

Riguardo alle citazioni dei decreti napoleonici, il mio non formidabile francese mi ha permesso comunque di tagliare e tradurre gli articoli di legge citati a pagina 315 del libro di Paul Hazard La Révolution française et les lettres italiennes, stampato nel 1910 e qui per voi.

Nella seconda vignetta di pagina 80 la Maestra dice delle parole che sono del purista Pietro Giordani, tratte dalle sue lettere e riportate nella voce ‘purismo’ dell’Enciclopedia dell’italiano sul portale Treccani; nella stessa pagina, nell’ultima vignetta, la battuta di Manzoni è tratta da una lettera che scrisse nel 1806 (ventenne) a Claude Fauriel (di cui non ho trovato una versione integrale liberamente fruibile online, se qualcuno la trova e ce la segnala mettiamo il link).

Nella pagina successiva, nella seconda vignetta, la battuta di Manzoni è tratta dalla sua lettera a Gaetano Carena.

Gli esempi dei bigliettini con domande di fiorentino che Manzoni scriveva a Emilia Luti sono un disastro, da reperire: ne sono rimasti pochi (anche perché pare Luti li rivendesse, Manzoni era già famosissimo), e di quei pochi non sono pubblicate riproduzioni fotografiche. I riferimenti sono un po’ circolari, ripresi da varie fonti — ma qui c’è la testimonianza della domanda sul vestito della festa, e le domande sui poveri che formicolano e le scale a pioli o a mano sono tratte da La lingua italiana. Storia, testi, strumenti di Marazzini.

Siamo a buon punto.

La Relazione parlamentare di Manzoni Dell’unità della lingua e dei mezzi di diffonderla si può leggere integralmente qui: è un pezzo di storia davvero interessante — e si può apprezzare la modernità della lingua anche in un contesto così ingessato.

Invece il Proemio all’Archivio Glottologico Italiano, di Graziadio Isaia Ascoli, si può leggere qui: preso da sé è già una lettura estremamente ricca, anche se non semplicissima, ma può essere una bella esperienza leggere i suoi Scritti sulla questione della lingua, raccolti a cura di Corrado Grassi e con un saggio di Guido Lucchini, edita da Einaudi.

Le parole che a pagina 94 faccio rivolgere a Manzoni da Ascoli le ho inventate: Ascoli ha avuto stima di Manzoni, e volevo rappresentarlo riassumendo in maniera incisiva il suo pensiero.

Fra pagina 101 e 102 presento i sintetici lineamenti della diffusione dell’italiano in Italia; per approfondire il tema, che è di grande importanza, si può leggere il piacevolissimo libro di Tullio De Mauro Storia linguistica dell’Italia Unita. Una pietra miliare, un libro davvero splendido, edito da Laterza.

Avvicinandoci alla fine, riportiamo i testi già presentati nella bibliografia stampata sul libro, ma indichiamo anche — per le ultime scene del fumetto, che si svolgono all’esterno — alcuni testi d’approfondimento ulteriori.

L’educazione linguistica democratica è un libro di Tullio De Mauro, curato da Silvana Loiero e Maria Antonietta Marchese, edito da Editori Laterza nel 2018. I passi citati sono tratti dal settimo punto del capitolo Il plurilinguismo nella società e nella scuola italiana (in particolare passim da pagina 84).
Questo è un libro di importanza cardinale non solo circa la questione della lingua, che in verità vi è compresa in maniera incidentale, non diretta. Si tratta forse del più importante libro di educazione linguistica che si possa leggere, illuminante e sorprendente ad ogni pagina. Se di tutta questa bibliografia volete scegliere un solo libro, che sia questo, per favore.

È di Tullio De Mauro anche l’articolo È irresistibile l’ascesa degli anglismi? , pubblicato sulla rivista Internazionale nel 2016 e che si può leggere qui.
È liberamente leggibile e piuttosto spassoso: ha il pregio raro di fare i conti senza allarmismi né minimizzazioni con il fenomeno degli anglismi rampanti, con un occhio profondo sulle sue cause e presentando soluzioni percorse e percorribili sia nel breve sia nel lungo termine.
Gli associamo Italiano Urgente, di Gabriele Valle, edito da Reverdito con prefazione proprio di Tullio De Mauro (il quale cita questo libro nell’articolo appena citato): presenta delle prospettive interessanti nei rapporti dell’italiano con l’inglese, specie per il parallelismo con quel che avviene in spagnolo. Ha degli aspetti meno condivisibili ma resta interessante.

Le Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua sono la terza sezione della pubblicazione Il sessismo nella lingua italiana curato da Alma Sabatini per la Presidenza del Consiglio dei Ministri e Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità tra uomo e donna, nel 1987: è liberamente reperibile online. In particolare i passi citati sono colti dalla
seconda sottosezione delle Raccomandazioni, “Forme linguistiche sessiste da evitare e proposte alternative” (specie a pagina 103 e 109). Nonostante abbia più di trent’anni rappresenta ancora uno stato dell’arte avanzato su come considerare il sessismo nella lingua, e sulle strategie per superarlo. Che sono esposte anche in maniera estremamente pratica.

Femminili singolari. Il femminismo è nelle parole è un libro scritto da Vera Gheno, ed edito da effequ; qui facciamo riferimento alla nuova edizione ampliata dell’ottobre 2021. Nel nostro caso, i testi citati sono colti dal capitolo “L’avventura dello schwa” (passim fra pagina 192 e 194). Si tratta del testo divulgativo più recente, completo, approfondito e piacevole sulla questione del femminile nella lingua italiana. Nella nuova edizione dà anche uno spazio diverso alla controversa questione della sperimentazione dello schwa.

In altre parole. Dizionario minimo di diversità, è un libro di Fabrizio Acanfora, anche questo edito da effequ, nel marzo 2021. I passi citati sono colti passim fra pagina 49 e 51, nel fondamentale capitolo “Autorappresentanza”.
È un libro che, attraverso parole chiave, riesce a chiarire gli ostacoli rispetto a una lingua che permetta una buona convivenza fra le persone nella loro diversità. Una lettura capace di mettere chi legge davanti a limiti mai considerati, e che pone questioni d’indirizzo essenziali nell’attualità della questione della lingua.

Abbiamo citato anche L’Antilingua, di Italo Calvino, un articolo celeberrimo, di cui si trovano facilmente citazioni, anche integrali (qui il brano iniziale). È apparso per la prima volta sul giornale “Il Giorno”, il 3 febbraio del 1965, ma si trova anche in raccolte, fra cui vi segnaliamo La Nuova questione della lingua, a cura di Oronzo Parlangeli, edito da Paideia nel 1971. Un libro interessante, che cerca di attualizzare rispetto ai suoi tempi la discussione della questione della lingua, anche se i versanti di discussione sono spesso molto cambiati rispetto agli attuali. Ad ogni modo il discorso di Calvino procede, nell’articolo, in un approfondimento agile ma estremamente penetrante riguardo alla bizzarra tendenza linguistica di cui racconta.

Passando alle ultime note di approfondimento, arriviamo a #Odio. Manuale di resistenza alla violenza delle parole, di Federico Faloppa, edito da UTET; è il libro più significativo scritto in italiano sul linguaggio d’odio, rilevantissimo sia a livello teorico sia a livello pratico. Dovrebbe stare su tanti comodini, perché segna delle vie future.

E per finire con l’inizio, il De vulgari eloquentia di Dante (che, ricordiamolo, è scritto in latino — e le parti citate in fondo al fumetto le ho tradotte io) si trova con testo originale e tradotto anche online e gratuitamente, come in questa versione curata dalla Società Dantesca Italiana. Ma se in qualche testa balza l’idea di voler fare una lettura più approfondita, posso consigliare l’edizione Oscar Mondadori a cura di Mirko Tavoni: è uno di quei libri in cui il testo latino ha il testo tradotto a fronte, ma ambedue sono schiacciati in una manciata di righe in alto da elefantiache note a piè di pagina. Come profani, non si può chiedere un migliore approfondimento.

Ah, no, c’è un ultimo riferimento da squadernare. Alla base dello stratagemma narrativo dei sogni delle perle c’è la suggestione de Il giuoco delle perle di vetro, il più grande romanzo di Hermann Hesse (come volumetria di sicuro, a tante persone piacciono di più Siddharta o Narciso e Boccadoro, ma insomma, è davvero un libro straordinario). Trovo che le descrizioni di questo inafferrabile gioco, che ha una dimensione tutta mentale nel remoto futuro monastico del libro, siano estremamente vicine a un gioco della lingua.

Credo non ci sia altro. Spero vi piacerà continuare questo domino attaccando qualche nuova tessera.

Giorgio